Dolce Belgrado,
città in fiamme.
Che resterà di te,
dei chioschi colorati e del futuro,
letto sotto un'ardente luna
nei fondi neri di caffè.
Cielo stellato e un'altra bomba,
la dignità strappata dalle mani
e tanti pronti a prendere,
tra le macerie ancora calde,
la loro parte di dolore.
Brucia Belgrado,
rossa di fede e sangue,
ferita a morte nel mese delle rose.
Chi ti calpesta finge il pianto,
simula una virtù che non conosce,
volge lo sguardo là dove non vede.
E passa oltre.
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